Conflitti: comprenderli per gestirli.

I conflitti fanno parte della nostra esistenza sia privata che professionale. Una volta che accettiamo questa realtà, riusciremo a prendere consapevolezza che la vera forza non è quella di eliminare i conflitti, ma di saperli gestire al meglio per non esserne ostaggio emotivo.

I conflitti nascono quando più interessi si scontrano. Ma che cosa è realmente un conflitto? In psicologia il conflitto è uno scontro attuale o potenziale generato tra ciò che una persona desidera e un’istanza o un ostacolo interiore che impedisce, realmente o apparentemente, la soddisfazione di un bisogno. Spesso questo scontro, questa incompatibilità di bisogni si basa su una differenza molto piccola, ma che per i meccanismi di difesa del sé, sembrano diventare ostacoli insormontabili che inevitabilmente aumentano le tensioni.

Si innescano così una serie di meccanismi inconsapevoli che non sempre sono facili da controllare.

Quando entriamo in questa sfera conflittuale siamo spaventati e perdiamo il nostro equilibrio: ci sentiamo minacciati e cerchiamo naturalmente di difenderci. Capita così di attaccare l’altro per ferirlo e di dire cose di cui poi ci pentiamo. Nei momenti di conflitto spesso viene fuori la parte di noi di cui andiamo meno orgogliosi.

Il modo migliore per evitare queste situazioni è essere consapevoli di trovarsi in una situazione di conflitto ed essere in grado di identificare bene il tipo così da poterlo gestire.

I conflitti possono essere di varia natura: reale, pretestuoso, interiore o sociale.

  • Un conflitto reale si basa su motivi evidenti ad entrambe le parti.
  • Un conflitto pretestuoso nasce da un motivo più o meno futile, che diventa il pretesto per uno scontro maggiore o un gioco di potere.
  • Un conflitto interiore si verifica quando due parti del sé non sono compatibili, come un desiderio e una necessità, o un atteggiamento e un comportamento.
  • Un conflitto sociale si verifica quando a scontrarsi sono due soggetti o gruppi sociali differenti.

Individuare in che tipo di conflitto ci si trova rende più semplice evitare quelli inutili e prepararsi a rispondere più con la ragione che con l’ira del momento.

È importante distinguere il conflitto dal contrasto, perché non sono la stessa cosa, ma possono avere un legame. Il conflitto e il contrasto si basano su due fattori: la relazione, che può essere di comprensione o incomprensione, e il contenuto che può essere di accordo o di disaccordo. Il contrasto si basa sui contenuti, mentre il conflitto si basa maggiormente sulla relazione. Con il variare di relazione e contenuto ci si può ritrovare in quattro situazioni differenti.

  1. Quando siamo in una relazione di comprensione e in accordo con il contenuto siamo in assenza di conflitti.
  2. Quando siamo in una relazione di comprensione e in disaccordo con il contenuto siamo in contrasto.
  3. Quando siamo in una relazione di incomprensione e in accordo con il contenuto siamo in un conflitto latente o inespresso.
  4. Quando siamo in una relazione di incomprensione e in disaccordo con il contenuto allora siamo in un conflitto espresso.

Sapere con precisione in quale possibilità ci troviamo, ci permette di capire come poter gestire la situazione e ci pone in una percezione non alterata della realtà oggettiva.

La differenza sostanziale riguarda la qualità della relazione, che si può definire dal grado di fiducia reciproca. Noi tutti ci muoviamo nella vita e viviamo le relazioni in base alla sintonia o al contrasto con i nostri valori o principi, che sono i pilastri della nostra esistenza e che determinano tutte le nostre scelte. Siamo noi a dover scegliere a chi dare fiducia, scegliendo così se proseguire o chiudere una relazione conflittuale. È più semplice nascondersi dietro l’alibi o la paura di perdere qualcosa o qualcuno, ma alla fine dobbiamo sempre prenderci la responsabilità di una scelta di qualità di vita.

Sicuramente occorre prima provare a metterci tutta l’energia per risolvere un conflitto, ma quando questo perde qualsiasi valore costruttivo è importante anche trovare il coraggio di fare un passo indietro. Lo dobbiamo a chi ci sta accanto, ma soprattutto a noi stessi.

Tiziana Recchia
24/01/2019 • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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