Come l’intelligenza emotiva crea leader carismatici.

Gli ultimi mesi hanno portato alla luce l’importanza delle relazioni umane. Non ci facciamo mai caso, le intratteniamo distrattamente, ma non appena siamo stati costretti a impegnarci per trovare nuovi modi per mantenerle, ci siamo resi conto di quanto siano davvero importanti nella nostra vita. Non potevamo più incontrarci davanti a un caffè, confrontarci viso a viso sui problemi o stringerci la mano, e quindi ci siamo resi conto di quanto impegno occorra per costruire una relazione, personale o lavorativa che sia, con un’altra persona. 

La capacità che ci permette di creare le relazioni è l’intelligenza emotiva. È grazie a lei se sappiamo riconoscere, comprendere e gestire in modo consapevole le emozioni nella relazione con chi ci sta davanti. Come gli altri tipi di intelligenza è più o meno sviluppata in ciascuno di noi, ma può essere allenata

Lo sviluppo dell’intelligenza emotiva è un processo di crescita personale e interiore che ci porta a una consapevolezza delle nostre predisposizioni, attitudini e risorse da mettere in atto per esprimere al massimo la nostra potenzialità. Allenarla è estremamente utile a livello lavorativo, perché può essere impiegata per avere un tipo di leadership carismatica, che è possibile raggiungere solo con la fusione di cuore e mente, intelletto e spirito. 

Il nostro comportamento ha un impatto sugli altri: qualsiasi nostra azione stimola un’energia che si ripercuote sugli altri e sull’ambiente in cui ci muoviamo. È importante essere consapevoli di questo e per farlo dobbiamo comprendere bene chi siamo e come siamo. 

La consapevolezza nasce dall’indagine di alcune della nostre caratteristiche principali. Possiamo cominciare con il domandarci quali sono i tratti salienti della nostra personalità. Per esempio, una persona estroversa agisce in modo molto differente da una introversa, così come una persona molto sensibile presterà attenzione a particolari diversi rispetto a una persona che non lascia trasparire lo stato d’animo. 

Un’altra questione su cui interrogarsi è quali siano le risorse della nostra personalità che vengono messe in campo nei momenti difficili. Facciamo uscire la nostra parte più razionale e analitica? Poniamo al centro le nostre capacità diplomatiche?

Quali sono le caratteristiche salienti della nostra personalità che invece vengono percepite dagli altri? Conoscere la percezione che gli altri hanno di noi, ci aiuta a comprendere meglio qual è l’immagine che trasmettiamo all’esterno. Potrebbe essere piuttosto differente da quella percepita da noi. 

Chiediamoci anche quali potrebbero essere i tratti della nostra personalità che sono più degli ostacoli che delle risorse. La nostra emotività ci rende difficile pensare razionalmente? La timidezza ci impedisce di mostrare le nostre vere capacità? L’essere estroversi ci rende bruschi nei confronti degli altri? Riconoscere i limiti è importante per sapere come migliorarci. 

L’intelligenza emotiva è stata ben teorizzata da Daniel Goleman negli anni ‘90. Lo studioso ha sintetizzato in uno schema il modello dell’intelligenza emotiva, evidenziando chiaramente le competenze da avere per sviluppare questa capacità. 

 

Occorre sviluppare una profonda conoscenza di noi stessi per essere un buon leader. È necessario partire dall’accettazione di quello che si è, dandoci così la possibilità di esprimerci al meglio per quello che siamo. Questo è possibile lavorando sulla propria autostima, sull’equilibrio interiore. Senza dimenticare che siamo umani e abbiamo bisogno di alimentare costantemente il nostro Io e dedicare del tempo ad allenare i nostri talenti.

I miei percorsi di life coaching partono spesso proprio dall’indagine di cui scrivevo qualche riga più su. Insieme possiamo scoprire se ci sono aspetti che limitano l’autostima, per riportare al centro del nostro universo noi stessi. 

Tiziana Recchia

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