28 Gennaio 2020 Francesco Masini e il “fattore Vecomp”: “È la capacità di mettersi in relazione e comunicare”
“Lo chiamiamo ‘Fattore Vecomp’ ed è quello che ci contraddistingue: non ci limitiamo a commercializzare software gestionali, ma accompagniamo il cliente nella sua evoluzione individuando la tecnologia più adatta alla sua attività, siamo coinvolti nei suoi progetti, ne condividiamo gli obiettivi. Parliamo il suo stesso linguaggio”. È una questione di competenze, certo, ma anche di comunicazione. Di saper creare una solida relazione che passa anche dalle parole, dalla capacità di spiegare in modo comprensibile un prodotto e i suoi vantaggi. Francesco Masini ha quarant’anni e, da cinque, è responsabile della comunicazione e delle relazioni esterne di Vecomp, azienda fondata nel 1981 da Massimo Sbardelaro insieme ad altri professionisti del settore.
Quale percorso l’ha portata alla Vecomp?
Ero stato direttore della Compagnia delle Opere di Verona e poi del Veneto: mi piaceva molto l’esperienza associativa, ma a un certo punto ho sentito l’esigenza di lavorare in un’azienda. Con Massimo Sbardelaro, che già conoscevo, ho avuto la possibilità di avviare un percorso nuovo nell’ambito della comunicazione all’interno di Vecomp: un progetto che oggi ci sta dando molte soddisfazioni. Il mio ruolo, nello specifico, è quello di mantenere positiva la reputazione dell’azienda e aiutare i miei colleghi che sono a contatto con i clienti a calibrare il linguaggio affinché i messaggi risultino chiari, comprensibili, trasparenti ed efficaci. In questo modo la comunicazione è al servizio di tutte le aree aziendali
Sono competenze trasversali che si rivelano sempre più necessarie in tutte le aziende….
È indispensabile essere in grado di cogliere il cambiamento. Per anni il nostro settore si è focalizzato sulle vendite spinte, lavorando su prezzi e sconti. Oggi bisogna fare un passo in avanti: è necessario entrare nei processi, dare soluzioni giuste al momento giusto: non è più il prodotto, quindi, che fa la differenza ma la capacità di capire il contesto in cui un’azienda si sta muovendo. I clienti ci premiano per questo.
In un’economia in continua trasformazione le imprese devono imparare a orientarsi. La vostra Academy è nata per aiutare in questo manager e imprenditori.
Ogni giorno siamo a contatto con un bacino molto ampio di aziende – abbiamo 1.500 clienti – che ci coinvolgono nei loro processi produttivi. Avvertiamo la necessità da parte di imprenditori e manager di alzare lo sguardo, aumentare la propria cultura d’impresa, sviluppare competenze più ampie. L’Academy di Vecomp è nata con questo obiettivo: abbiamo messo un luogo a disposizione dei clienti e dell’intero territorio nel quale proponiamo da quest’anno anche un format nuovo che abbiamo chiamato “#Open – Aprire la mente e stimolare nuove idee” caratterizzato da incontri brevi, calendarizzati nel tempo, durante i quali invitiamo relatori competenti che fanno interventi molto ‘smart’, estremamente concreti, su temi che toccano la quotidianità di tutti, dai big data alla geopolitica fino alla brand identity.
Il risultato?
Abbiamo organizzato in questi anni 120 incontri gratuiti, con un afflusso di pubblico oltre le nostre aspettative. Abbiamo dato risposta a una esigenza delle aziende e dei professionisti, attratte da questa opportunità perché ideata da un “collega imprenditore”.
Ci sono vantaggi anche per la brand reputation?
Sicuramente sul medio lungo tempo sono progetti che pagano e danno impulso alle vendite. Invitando le aziende a questi incontri, abbiamo l’opportunità di farci conoscere, mostrare in che direzione andiamo. Molti ci premiano per i nostri valori, perché li riconoscono e li sposano. Stiamo tornando al tempo del “human to human” e noi vogliamo essere scelti non solo per le nostre competenze tecniche ma anche per la capacità di comprendere e relazionarci con le persone.
Perché avete deciso di farvi accompagnare da Cassiopea in questo percorso?
È indispensabile avere consapevolezza di chi siamo e dove vogliamo andare, sulla base del nostro vissuto e delle nostre competenze. Tiziana Recchia ci aiuta a focalizzarci sugli obiettivi in un percorso che ha coinvolto in primis imprenditori e manager e in seguito tutti i settanta dipendenti, individuando i talenti di ciascuno e spostando anche i collaboratori da una mansione all’altra se necessario. Perché è fondamentale essere allineati per andare tutti nella stessa direzione.
Lei nello specifico ha iniziato una collaborazione con Cassiopea, dove terrà il corso di public speaking. Quali sono le caratteristiche del percorso che propone ai partecipanti?
È un corso incentrato sulle persone, sui loro talenti e la loro ricchezza. L’obiettivo è garantire a chi partecipa una maggiore serenità nell’affrontare un intervento davanti a un interlocutore, che sia un dipendente o un cliente, in una riunione o in una occasione pubblica: una serenità che deriva dalla capacità di costruire e organizzare qualsiasi tipo di discorso, di allungarlo o ridurlo a seconda dell’esigenza, di gestire l’ansia e le emozioni, che è poi uno dei temi centrali di questo corso. È prevista una importante componente di esercitazioni con una forte attenzione al business: vogliamo dare ai partecipanti tutti gli strumenti per essere in grado di utilizzare un linguaggio tecnico anche con un pubblico di non tecnici. Inoltre, insieme a Lella Carcereri, lavoriamo sull’uso della voce e sulla gestualità del corpo.
È un’esigenza diffusa quella di imparare a parlare in pubblico?
Lo è sempre di più ed è una consapevolezza che non riguarda solo le giovani generazioni, complice il fatto che nel nostro Paese si assumono ruoli di responsabilità quando si ha un curriculum già molto lungo. Ci sono poi diversi casi di aziende in cui il proprietario, over 60, decide di lasciare la gestione ai figli per diventare lui stesso brand ambassador. E si rende conto allora dell’importanza di saper parlare davanti a un pubblico.