“Eravamo in piena crisi. Il fatturato era sceso, non potevamo restare al traino del mercato. Dovevo cambiare la situazione e, per farlo, era necessario partire dalla gestione dell’azienda e delle persone che ci lavoravano”.

È il 2010 quando Matteo Albrigi, amministratore unico di Alteco, l’impresa di Colognola ai Colli specializzata nella produzione di contenitori per filter housing, inizia il suo percorso in Cassiopea.
“Con Tiziana Recchia”, ricorda, “abbiamo studiato la mia visione dell’azienda, dalla quale partire per individuare poi la strategia”.

Gli incontri portarono, passo dopo passo, alla creazione di piani operativi studiati su misura e finalizzati a rendere Alteco più efficiente. Per risollevare l’azienda, per farle superare una crisi rivelatasi mondiale, era necessario però intervenire anche sulle persone, aumentando il loro coinvolgimento. “Accompagnati in questo percorso, siamo riusciti a migliorare la comunicazione all’interno dell’azienda, abbiamo imparato ad ascoltare per capire le esigenze dei collaboratori, passando così da una gestione direttiva a una leadership motivante, più autorevole che autoritaria”, sottolinea l’imprenditore. Che aggiunge: “Durante quei momenti di confronto ho capito che le innegabili difficoltà, che si erano manifestate all’interno dell’ambiente di lavoro, erano legate al mio modo di agire: le persone andavano più coinvolte, rese più partecipi delle decisioni che venivano prese per il futuro di Alteco”.

La consapevolezza dell’importanza dei valori, che rappresentano l’identità sia delle persone che compongono l’azienda sia dell’azienda stessa, ha portato alla stesura della “Carta dei valori”, uno strumento che racconta il codice etico comportamentale che governa l’impresa. Sono regole, ma è anche l’identità più profonda di quell’ambiente. “In questo modo”, spiega Albrigi, “ho capito l’importanza di condividere e di comunicare, rendendo più gratificante anche il lavoro di chi è in azienda. Se hai una visione solida, se lavori bene, le persone ti seguono e sono soddisfatte”.