L’accompagnamento rafforza azienda e rapporti familiari

Non c’è solo un’azienda da salvaguardare, un patrimonio da preservare e far crescere. Ci sono anche relazioni familiari da tutelare, che dal mio punto di vista sono ancora più preziose. L’affiancamento di una professionista esterna, con una forte esperienza, è fondamentale in questa fase”.
Cristian Chilese, primogenito di Lino,  spiega così la decisione della famiglia, e di suo padre in particolare, di iniziare un percorso all’interno di Cassiopea. L’azienda di Tiziana Recchia negli ultimi anni si è infatti specializzata in questo ramo che interessa in misura sempre maggiore le piccole e medie imprese del territorio.

Nel Triveneto – spiega Lino Chilese – sono parecchie le aziende che hanno tra i trenta e i quarant’anni e che, vista l’età dei titolari, stanno attraversando questo processo. Che non è facile: io ho sempre pensato fosse necessario avviare questa fase nei tempi giusti, quando chi guida l’azienda c’è ancora con la testa, sta bene e può seguire i figli. Deve essere un iter graduale perché estremamente delicato”.
Da qui la decisione, un anno fa, di farsi affiancare in questo percorso da Tiziana Recchia.
“Le dinamiche tra di noi sono varie e complesse e inevitabilmente incidono sull’azienda, rischiando di condizionare le scelte”, spiega Matteo, il secondogenito di Lino, anche lui all’interno del board di Came. “Qui – aggiunge –  attraverso il dialogo e il confronto, ci vengono indicate le linee guida da tenere nelle relazioni e anche nella gestione dell’impresa”.

Alla base c’è la necessità di cogliere i bisogni sia del padre che dei figli, di metterli in sintonia di comprensione affinché l’uno capisca le difficoltà dell’altro. Tuttavia serve sensibilità, disponibilità a mettersi in discussione anche da parte delle prime linee dell’azienda. Il percorso progettato da Cassiopea si articola infatti in più fasi che coinvolgono diversi “attori”: c’è un lavoro di gruppo con il board e quindi Lino, Cristian e Matteo insieme al direttore generale Stefano Rossato; un coaching che riguarda solo il padre con i due figli; un’attività specifica con Rossato e i dirigenti delle diverse aree, in totale una quindicina.
“I risultati – aggiunge Matteo – sono concreti, li vediamo sul campo, quando siamo spinti a seguire strade diverse da quelle che pensavamo fossero corrette”.

Un tempo – aggiunge Lino – c’erano marginalità sufficienti per tollerare eventuali errori. Ora uno sbaglio costa, può esser pericoloso per l’azienda. Essere seguiti da una professionista esterna serve anche a ridurre il rischio di fare mosse non corrette. Serve, in sintesi, per dare solidità e continuità all’impresa”.

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