Donne in azienda: quanto le aziende italiane valorizzano il diversity management?

Da quanto tempo sentiamo dire che la differenza di genere è un valore e che ciò che può sembrare un problema è invece un vantaggio per l’azienda? La presenza delle donne migliora l’ambiente lavorativo, ne diversifica l’approccio e i punti di vista. Le aziende sono difficilmente disposte a cambiare le proprie politiche e la propria cultura per senso etico e di equità, ma sono disposte a farlo se ne ottengono un vantaggio. In questo senso, il diversity management dovrebbe diventare un incentivo.

Molti studi dimostrano che il diversity management sia utile alle aziende soprattutto nel lungo termine, perché permette di rafforzare il legame con il contesto sociale in cui si opera e costruisce un ambiente lavorativo in cui tutti possono dare il meglio di sé. Nonostante tutto ciò fatica ancora a entrare nella strategia delle aziende italiane.

Molte donne nel mondo del lavoro faticano ad affermarsi per merito e capacità, perché non sono davvero lasciate libere di dimostrare quanto valgono. Entrano in molte aziende grazie a “quote rosa” che presumibilmente dovrebbero migliorare la situazione, ma arrivano in realtà solo a complicarla. Spesso per mantenere il proprio posto sono costrette a scendere a compromessi su stipendio, orari e maternità.

Capita ancora oggi che nel mondo del lavoro le diversità vengano introdotte per essere poi piegate e adattate alla “normalità”, perdendo il loro valore aggiunto. La femminilità viene introdotta per “cortesia” all’interno del lavoro e poi adattata agli standard imposti dal lavoro maschile. Le donne vengono considerate davvero adatte solo per lavori che necessitano di attitudini particolari, che sono da sempre associate alla sfera femminile: l’attenzione alle persone, la competenza emotiva, le capacità relazionali e di mediazione. Ecco che allora le donne si trovano facilmente a lavorare nelle risorse umane o come addette alla vendita. In questo modo le donne non vengono davvero incluse nelle aziende, ma circoscritte in un ambito di mansioni ritenute più adatte a loro. Si finisce per lasciarle nell’ambito dove sono sempre state. Della diversità vengono accettati solo i tratti che possono essere facilmente integrati negli schemi (spesso solo maschili) già esistenti, evitando così un reale cambiamento.

Il valore femminile all’interno di un’azienda va ben oltre l’ambito relazionale, può aprire opportunità e allargare gli orizzonti in ogni settore e a tutti i livelli manageriali. Le capacità femminili non possono essere sintetizzate in un limitato elenco di skill specifiche.

Dal blog “Donne senza guscio”: La differenza femminile sta, piuttosto, in un atteggiamento complessivo, che si manifesta nella prevalenza della persona sul ruolo, dello schema personale sullo schema di ruolo. Le donne si rapportano al lavoro prima in base al proprio carattere e alla propria visione, e solo dopo si confrontano con norme e modelli, sempre sgomitando un po’ per adattarli a sé. La via femminile alla leadership forse sta semplicemente in questo: nell’essere se stesse, nel non modificare il proprio stile personale, nel non assumere atteggiamenti finti e forzati. Nel non costringersi dentro corazze inadatte a un corpo diverso.

Tiziana Recchia
24/01/2019 • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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