7 Agosto 2019 Focus sull’autostima cos’è, come nasce e come renderla nostra alleata.
L’autostima è la valutazione, l’opinione che una persona dà di se stessa. È una auto-valutazione. Ciascuno di noi ha un’immagine di sé, costruita fin dalla nascita e risultante dalla combinazione di vari fattori. Tra questi ci sono in primis le opinioni provenienti dal nostro gruppo di appartenenza, in particolare dalle figure di riferimento per noi più significative e dalle interpretazioni che diamo a queste opinioni di noi. Un ruolo fondamentale viene ricoperto anche dalle nostre valutazioni su noi stessi e sulle nostre azioni.
L’autostima è un fattore dinamico, che evolve nel tempo e subisce variazioni anche notevoli nel corso della vita. Continua ad alimentarsi attraverso le esperienze di vita, i successi, i fallimenti, i feedback che riceviamo e il modo in cui tutto ciò viene da noi vissuto e percepito. Le opinioni e i giudizi che vengono emessi su di noi vengono interiorizzati quando siamo bambini e può accadere che iniziamo a considerarli come realtà oggettive. Il risultato di questa interiorizzazione è che continuiamo a sentirli dentro di noi, anche quando ormai appartengono al passato.
Questo dialogo interno inizia a creare problemi quando perde tutta la positività costruttiva e diventa denigratorio, troppo esigente e giudicante. Inizia a farci sentire inadeguati e ci porta a formulare giudizi negativi su noi stessi. Questo avviene soprattutto se nel tempo ci siamo creati degli “standard” troppo elevati, delle idee poco realistiche su come vorremmo essere, che influiranno, ad esempio, sugli obiettivi che andremo a porci, rischiando un pericoloso circolo vizioso. Se infatti ci poniamo una meta troppo lontana dalle nostre possibilità, il fallimento sarà inevitabile.
Attribuire il fallimento alla nostra incapacità piuttosto che all’oggettiva difficoltà non farà che alimentare l’immagine negativa che ci abbiamo creato di noi stessi. Con un’immagine di noi come persona con scarse qualità e capacità, la prossima volta che affronteremo un compito lo faremo con un approccio negativo, del tipo “tanto è inutile”, “tanto andrà male come sempre”, “non credo di essere capace” ecc.
L’autostima ha un impatto molto importante sulla vita professionale. Iniziare un lavoro pensando già di fallire e senza fiducia nelle nostre capacità, o iniziarlo sentendoci adeguati al ruolo che stiamo ricoprendo, può essere determinante nell’avere successo.
Partire sfiduciati e poco reattivi, aumenta la probabilità di fallire, andando a confermare, anzi a rinforzare quell’immagine negativa di partenza, in un meccanismo che viene chiamato profezia che si auto-avvera.
Se gli standard che ci siamo prefissati sono troppo alti, irraggiungibili, è facile che le nostre esperienze siano quelle di frequenti fallimenti e successi troppo rari per fare davvero bene alla nostra autostima.
L’autostima scaturisce dal confronto tra le nostre aspettative ideali e i risultati effettivi delle nostre esperienze. Se le nostre figure di riferimento sono molto esigenti, perfezioniste e si aspettano da noi grandi risultati e successi, dentro di noi si forma un “ideale di sé” e degli standard di comportamento ideale che quando non vengono raggiunti, possono causare grande insoddisfazione. Dobbiamo prendere coscienza di ciò e iniziare a dare la giusta dimensione ai nostri ideali.
Un grande problema sorge quando l’unica fonte di “nutrimento” per la nostra autostima è l’approvazione altrui. Tutti noi gradiamo piacere agli altri, ma se ne siamo troppo dipendenti, rischiamo di sminuire l’immagine che abbiamo di noi stessi e del nostro valore. Il parametro con il quale misuriamo il nostro valore dovrebbe essere esclusivamente nostro. Quando ci svalutiamo e la nostra autostima si riduce, vengono a mancare anche la motivazione, lo spirito di iniziativa, le aspirazioni e si entra nel pericoloso circolo vizioso della negatività. Può succedere di non riuscire ad arrivare ad una visione comune sul lavoro, dove credere in noi stessi ci aiuta a superare momenti difficili e di scoraggiamento e ad accettarsi per quello che si è, con pregi e difetti, senza fare a noi stessi richieste inadeguate ed esagerate. Dovremmo ricordarci spesso che nessuno è immune da errori e da fallimenti e che l’auto-accettazione è fondamentale per un buon livello di autostima.
Una persona con bassa autostima spesso se la prende molto se viene criticata e tende a dare poca rilevanza ai giudizi positivi che riceve dagli altri, rimanendo focalizzata sui propri difetti reali o immaginari. È portata a prestare eccessiva attenzione ai propri difetti quando parla con altri e ad attribuire i successi alla fortuna e gli insuccessi (o presunti tali) alle proprie mancanze. Ciò comporta anche una difficoltà nel godersi i propri meriti, una certa tendenza a darli per scontati, se non addirittura a non notarli affatto.
È importante capire che se la stima di sé è qualcosa che abbiamo appreso e costruito, possiamo anche gradualmente apprendere dei comportamenti nuovi, degli atteggiamenti e delle modalità di pensiero diversi, cercando di prendere maggiore consapevolezza riguardo a noi stessi, al nostro dialogo interno e lavorandoci sopra.
Allenarsi e riconoscere i nostri pensieri negativi e imparare a gestirli e a modificarli prima che si trasformino in fatti concreti è importante per gestire la propria autostima.
Spetta a noi modificare la nostra vita, prendere atto dei nostri bisogni, delle peculiarità che ci rendono “unici” e che non sono necessariamente difetti, ma semplicemente le nostre caratteristiche, che saranno sicuramente diverse da quelle di un’altra persona ma non per questo inferiori.